Alexej Giacomini – Ricordo di Amedeo Giacomini e di Luciano Fabro
26 settembre-25 ottobre 2009 – Rosazzo di Manzano (Ud), Casa Furlan, Via Abate Geroldo 2
Alexej Giacomini
La Fondazione Ado Furlan raccoglie in un nuovo spazio su due livelli, attiguo alla già utilizzata sede espositiva di Rosazzo di Manzano (Ud), una complessa installazione comprendente una quindicina di lavori recenti dell’artista friulano Alexej Giacomini, disposti per nuclei tematici affini.
Apre il percorso a piano terra l’opera Quod Tempus Temporis Linquit, nella quale il Tempo, figurato a forma di macina che muovendo due grevi ruote di pietra frantuma ogni cosa, induce alla riflessione sulla caducità del Tutto.
Nell’opera Zattera della Follia, ispirata all’uccello fantastico della mitologia germanica, quattro uova bianche, innaturalmente deposte dentro a un nido e invischiate con pece nera, alludono alla ragione che rimane prigioniera allo schiudersi della follia.
Altre opere richiamano tematiche riguardanti l’Invenzione (rapporto tra noi e quel che è fuori di noi), il Potere (possibilità di vivere in una democrazia) e altre problematiche che investono oggi la vita privata e sociale dell’individuo.
Alexej Giacomini è nato nel 1967 a Codroipo (Ud), dove viva e lavora. Ha compiuto studi classici, operando dal 1992 in campo artistico e archeologico. Sue opere sono state presentate in esposizioni personali e collettive in Italia (Codroipo, San Vito al Tagliamento) e all’esterno (Capodistria, Lubiana, Jena).
Ricordo di Amedeo Giacomini e di Luciano Fabro
La rassegna ripropone, attraverso videointerviste e dichiarazioni, le forti personalità del poeta Amedeo Giacomini (Varmo 1939-San Daniele del Friuli 2006) e di Luciano Fabro (Torino 1936-Milano 2007), esponente di punta dell’arte concettuale contemporanea.
Il legame affettivo di entrambi alla terra friulana, ed in particolare al sito dove – tra vigneti storici – sorge l’abbazia di Rosazzo, è testimoniato in mostra da alcune fotografie e disegni inediti. In un’opera, che possiamo considerare “a due mani”, alcuni incisivi, bellissimi versi di Giacomini, essenziali come in un haiku, si integrano con una folgorante immagine di Fabro: “Il plui biel quâdri a è une linie ch’a rive di nô al cîl dal mont; quânt ch’a torne indaour ‘e va sot tiere”.
Orario:
venerdì 16.00-18.00
sabato e domenica 11.00-12.30; 16.00-18.00