Per exempla
La maggior parte della produzione di Ado Furlan è costituita da ritratti in bonzo, in marmo e in cera e da bronzetti di figura, tra cui prevalgono i nudi femminili. Tuttavia egli si cimentò anche nella scultura monumentale, collaborando con alcuni importanti architetti degli anni Trenta del Novecento.
La sua impresa più impegnativa in terra friulana è costituita dalla decorazione della Casa del Balilla a Pordenone, costruita su progetto dell’architetto Cesare Scoccimarro. Nelle quattro grandi statue realizzate tra il 1934 e il 1936, il Coraggio, la Fecondità, la Fede e il Valore, l’artista dovette misurasi con il problema del rapporto tra architettura e decorazione. Inoltre la statua della Fecondità, ritenuta indecorosa a causa della sua nudità, dovette essere sostituita con un’altra scultura raffigurante il Sacrificio.
Nel 1939, grazie alla Borsa Marangoni, che – in aggiunta alla prova di concorso – richiedeva ai vincitori l’esecuzione di tre saggi annuali, poté finalmente trasferirsi a Roma. Qui, entrato in contatto con gli esponenti della seconda Scuola romana, si dedicò sia all’esecuzione di ritratti e di sculture di piccolo formato di soggetto “eroico” (atleti e uomini in lotta con animali) sia alla progettazione e realizzazione di alcune opere monumentali autonome, destinate al Foro Mussolini e all’E42. Durante la sua permanenza nella Capitale, protrattasi sino al 1942, Ado Furlan affinò il suo linguaggio, acquisendo una maggior libertà nel modellato e una capacità di stilizzazione formale che darà i suoi frutti nell’immediato dopoguerra.