Ado Furlan, nato a Pordenone nel 1905, è stato uno dei protagonisti della vita artistico-culturale della sua città e del Friuli occidentale nella prima metà del Novecento.
Formatosi all’Accademia di Venezia, ha partecipato alle vicende della scultura friulana sia con la produzione di ritratti e bronzetti di figura, sia con un’importante attività di scultore monumentale. Oltre a varie opere di carattere religioso e funerario, ha eseguito infatti statue, bassorilievi ed elementi decorativi per la Casa del Balilla, per la Casa del Mutilato e per la Casa del Fascio a Pordenone.
La sua sfera di azione fu tuttavia nazionale, come dimostra la sua partecipazione a eventi cruciali per l’arte italiana tra gli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso: una sua scultura fu esposta nel 1933 alla V Triennale di Milano, l’occasione più innovativa d’incontro tra progettazione architettonica e decorazione artistica di tutto il periodo; una sua testa fu accettata alla II Quadriennale romana del 1935, mostra nella quale l’arte del ventennio fascista fece i conti con il tonalismo pittorico e l’arcaismo scultoreo.
Dal 1939 al 1942 Furlan si stabilì a Roma, unendosi agli esponenti della seconda Scuola romana. Amico fraterno di Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Angelo Savelli, lavorò nei principali cantieri del regime, realizzando – su commissione di Luigi Moretti – diversi bozzetti e modelli di fontane destinate al Foro Mussolini (fontana del Cinghiale e dei Lupi) e all’E42 (fontana della Fauna e della Flora dell’Impero).
Nel dopoguerra, ritiratosi a Pordenone, continuò una ricerca plastica di dimensione più privata, raggiungendo esiti di sofisticato lirismo. Poco prima della morte, avvenuta a Udine nel 1971, conobbe e ritrasse il poeta Ezra Pound. Si cimentò inoltre nella medaglistica, partecipando alla seconda Triennale italiana della medaglia d’arte (Udine 1970).
1905
Nasce a Pordenone, secondo l’anagrafe, il 3 dicembre 1905 (il giorno 6 secondo altri documenti, tra cui il certificato di matrimonio e varie lettere dello stesso Ado Furlan). è il terzogenito – i fratelli sono Paolo, nato nel 1902, e Luigi, nato nel 1903 – di Domenico, titolare di una ditta di marmi fondata nel 1898, e di Caterina Pagotto.
1919 – 20
Dopo aver concluso le elementari, frequenta (da allievo interno del collegio comunale udinese di Toppo-Wasserman) la Scuola Tecnica Commerciale Statale “Pacifico Valussi” e consegue il relativo diploma.
1921
Si iscrive alla Scuola di Disegno della Società Operaia di Pordenone, ottenendo una menzione onorevole.
1923
Frequenta a Venezia la Scuola d’Arte “Rinaldo-Contardo”, ubicata nel campiello dell’Anatomia, a San Giacomo dell’Orto. In autunno si iscrive al terzo anno del corso comune dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
1924
E’ ammesso al quarto anno del liceo artistico. Muore il fratello maggiore Paolo.
1925 – 26
Compie il servizio militare nel corpo degli Alpini (8° Reggimento).
1926
Concluso il liceo artistico, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia, diventando allievo di Eugenio Bellotto. Conosce e frequenta Antonio Carestiato, Emilio Caucigh, Mario Deluigi, Riccardo Granzotto, Tony Lucarda, Marino Mazzacurati, Leone Minassian, Fioravante Seibezzi, Lorenzo Viani e altri compagni di studi. Nello stesso anno aderisce al Partito Nazionale Fascista.
1930
Nel novembre, dopo aver consegnuito il diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia, è nominato insegnante di Plastica e Disegno presso la scuola professionale “Andrea Galvani” di Pordenone.
Mostre: “XXI Esposizione dell’Opera Bevilacqua-La Masa. I regionale Veneta del Sindacato Belle Arti”, Lido di Venezia, Palazzo delle Esposizioni, 27 luglio – 5 ottobre.
1931
Nell’aprile vince il concorso per il monumento ai Caduti di Orcenico Inferiore, in comune di Zoppola (Pn), promosso da un apposito comitato. Oltre che da un esponente locale (Peppino Biglia), la giuria era composta dal futuro cardinale Celso Costantini (originario di Castions di Zoppola) e dallo scultore pordenonese Luigi De Paoli. Il monumento è inaugurato all’inizio di novembre, in occasione dell’ annuale celebrazione della giornata della vittoria nella grande guerra.
Mostre: “V Mostra Regionale d’Arte del Sindacato Regionale della Venezia Giulia”, Udine, Loggia del Lionello, 17 ottobre – l8 novembre.
1932
Nell’agosto gli viene commissionato un altorilievo in bronzo destinato probabilmente al seminario vescovile di Pordenone. Il 14 novembre si sposa con Ester Scaini, cui si era legato l’anno prima.
Diventa così cognato dell’architetto Cesare Scoccimarro, che nel 1921 aveva sposato Emma, la sorella di Ester. Poco prima del matrimonio si profila la possibilità di un’interruzione dei rapporti con la scuola Galvani, ma le sue rimostranze gli fanno ottenere la riconferma del posto di insegnante di Disegno a mano libera nel corso normale e di Dettagli Costruttivi nel corso superiore (incarichi che manterrà fino all’inizio del 1935).
Mostre: “XXIII Esposizione dell’Opera Bevilacqua-La Masa. III Regionale Veneta del Sindacato Fascista Belle Arti”, Lido di Venezia, Palazzo delle Esposizioni, 21 luglio – settembre.
1933
Nell’anno in cui nasce il primogenito Italo, si iscrive alla Scuola Superiore di Architettura di Venezia e si abilita all’insegnamento di Disegno nelle scuole secondarie.
L’esame di abilitazione, che si svolge a Roma presso la scuola di Ingegneria vicino a San Pietro in Vincoli, è l’occasione per un viaggio nella capitale (dopo quello di nozze). Tra il 22 e il 28 marzo visita la “Mostra della Rivoluzione Fascista”, allestita presso il Palazzo delle Esposizioni, si reca al Foro Mussolini e ascolta Mussolini in piazza Venezia, rimanendo fortemente impressionato. Al suo rientro gli è commissionata una stele in ricordo dei”martiri fascisti” friulani Salvato e Pischiutta: il monumento, in sintonia con lo spirito della “Mostra della Rivoluzione Fascista”, è inaugurato il 28 ottobre. Un mese prima, il 21 settembre, era stato collocato in situ il bassorilievo con il Leone di Traù, destinato a un palazzo pubblico di Littoria, la prima città di fondazione del regime, la cui commissione, da parte del Gruppo universitario fascista di Udine, risaliva alla fine di gennaio. La partecipazione alla Triennale di Milano gli frutta, oltre al secondo premio ex aequo al concorso indetto dal comitato provinciale di Udine per una scultura esterna della Casa dell’ Aviatore, un “diploma di collaborazione” assegnato dalla giuria internazionale dell’Esposizione. Nel numero di “Lo Scultore e il Marmo” del 7 giugno 1933 trova spazio un suo profilo tracciato da Ugo E. Imperatori.
Mostre: “Mostra d’Arte”, Pordenone, Sala superiore del Teatro Licinio, aprile, [con Tullio Silvestri, Pio Rossi, Giuseppe Scaramelli]; “Prima Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti”, Firenze, Palazzo del Parterre di San Gallo, aprile-giugno; “V Triennale”, Milano, Palazzo dell’ Arte, I0 maggio-30 settembre; “XXIV Mostra d’Arte dell’Opera Bevilacqua-La Masa. IV Sindacale del Veneto”, Lido di Venezia, Palazzo delle Esposizioni, l° agosto-9 settembre.
1934
A maggio è incaricato del rifacimento della cappella Etter Falomo nel cimitero di Pordenone. Tra luglio e ottobre, sostiene quattro esami presso la facoltà di Architettura a Venezia (Disegno architettonico e rilievo…A maggio è incaricato del rifacimento della cappella Etter Falomo nel cimitero di Pordenone.
Tra luglio e ottobre, sostiene quattro esami presso la facoltà di Architettura a Venezia (Disegno architettonico e rilievo monumentale, Studio dal vero, Elementi costruttivi e Storia dell’ arte).
Alla fine dell’anno collabora con Gastone Chiodi alla realizzazione del numero unico Gagliardia del Nucleo universitario fascista (Nuf) di Pordenone: disegna la testata e scrive l’articolo Licinio? No! Interroghiamo la storia. La pubblicazione, che esce il 10 gennaio 1935, è illustrata dalle fotografie delle opere pubbliche da lui realizzate e di alcuni suoi progetti.
Mostre: “Littoriali della Cultura e dell’Arte”, Firenze, 22 aprile-5 maggio; “VIII Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti della Venezia Giulia”, Trieste, Padiglione Municipale al Giardino Pubblico, 2 giugno-15 luglio; “Il Mostra d’Arte della sezione di Udine del Sindacato Fascista Belle Arti della Venezia Giulia”, Udine, Loggia del Lionello, 29 dicembre-20 gennaio 1935.
1935
Nasce il secondogenito Gian Luigi, detto Giannino. Il 26 febbraio il presidente della Scuola Galvani, dopo una ispezione di Alberto Calligaris, accetta le dimissioni di Furlan.
All’inizio di giugno è a Venezia per sostenere alcuni esami alla Scuola di Architettura, mentre in novembre si reca a Roma.
Alla fine dello stesso mese sono pronti i bozzetti delle quattro statue per la facciata della Casa del Balilla di Pordenone, progettata da Cesare Scoccimarro: la commessa, voluta dall’architetto, era già stata accordata alla fine del 1934.
Mostre: “II Quadriennale Nazionale d’Arte”, Roma, Palazzo delle Esposizioni, febbraio-luglio; “Mostra d’arte ispirata alla vita Agreste”: Udine, Loggia del Lionello, 12-28 ottobre.
1936
Il 17 febbraio partecipa al concorso per l’assegnazione della borsa Marangoni per la scultura, che vedrà vincitore Silvio Olivo. Il 24 aprile è inaugurata la Casa del Balilla di Pordenone, alla presenza del presidente dell’Opera Nazionale Balilla Renato Ricci e delle autorità locali, con le quattro statue di Furlan che decorano la facciata. La Fecondità, rimossa pochi giorni dopo per le nudità non gradite al clero locale, è sostituita da una quinta scultura pronta e collocata alla fine di novembre. Furlan realizza anche una scultura per la Casa del Balilla di Maniago inaugurata il 25 aprile. L’edificio, progettato da Ermes Midena, era decorato anche da alcuni affreschi del pittore Armando Pizzinato. Nello stesso mese di aprile il Comune di Pordenone concede il nullaosta per realizzare la tomba della famiglia Endrigo nel locale cimitero, che Furlan completerà nel corso dell’anno successivo. A dicembre, dopo aver frequentato un corso per allievi ufficiali di complemento, è ancora a Roma con l’intenzione di trovarvi una sistemazione stabile: tra 12 e 13 visita nuovamente il Foro Mussolini, la Casa Madre del Mutilato, dove realizza alcuni schizzi di soldati. Dopo aver fatto visita allo scultore friulano Aurelio Mistruzzi, decide di seguirne il consiglio e rinvia il suo trasferimento nella capitale.
Mostre: “III Mostra del Sindacato Fascista Belle Arti della Provincia di Udine”, Udine, Loggia del Lionello, 5-31 dicembre.
1937
Alla fine di agosto sono poste in opera le due statue dell’altare maggiore della chiesa di Adorgnano di Tricesimo, progettata da Cesare Scoccimarro.
L’incarico gli era stato affidato pochi mesi prima da Giuseppe Pietro Veroi, amministratore delegato del Banco di Roma.
Nel corso dello stesso anno esegue, su commissione dei dipendenti della Filatura Makò di Cordenons (Pordenone), un medaglione in bronzo di Guglielmo Raetz, fondatore dello stabilimento. Alla fine di novembre, ottenuto il grado si sottotenente degli Alpini e compiuto il servizio di prima nomina, si reca a Roma.
Mostre: “XXVIII Esposizione dell’Opera Bevilacqua-La Masa” (“VIII Mostra d’Arte del Sindacato Interprovinciale Fascista Belle Arti”), Venezia, Palazzo Reale, Sala Napoleonica, 15 aprile-30 maggio; “Mostra d’Arte in omaggio a Gigi De Paoli”, Pordenone, Sala superiore del Teatro Licinio, settembre 1937 [con Armando Pizzinato, Mario Moretti, Luigi Vettori, Giuseppe Scaramelli, Elci Marcolin, Eugenio Polesello, Duilio Corompai, Franco Brunetta].
1938
A fine maggio consegna i bozzetti del concorso per quattro sculture da collocare sulla facciata del tempio-ossario di Udine. Un mese dopo è inaugurata a Pordenone la stele dedicata allo squadrista Ortiga.
Mostre: “IV Mostra Sindacale d’Arte della Provincia di Udine”, Udine, Loggia del Lionello, 9 aprile-8 maggio.
1939
Il 25 febbraio pubblica sul “Gazzettino” un articolo (La pala di Torre) su Giovanni Antonio da Pordenone, seguito da alcuni altri nei mesi successivi (La religione nell’arte di Giovanni Antonio da Pordenone, Giovanni Antonio e la scuola friulana).
Il 24 marzo, circa un mese prima della nascita del figlio Vittoriano, partecipa e vince il concorso per la borsa Marangoni, che gli permetterà di stabilirsi a Roma per un triennio. Giunto nella capitale verso la metà di novembre, dopo aver frequentato un corso militare probabilmente collegato con la promozione a tenente, si sistema presso la zia Giulia Pagotto, sorella della madre. A Roma è accolto nello studio dell’amico Marino Mazzacurati, conosciuto anni prima a Venezia; si mette in contatto con Publio Morbiducci e Angelo Zanelli, nonché con i conterranei Aurelio Mistruzzi e Angilotto Modotto. Inoltre conosce l’ingegnere Luigi Bordiga, nipote del presidente dell’Accademia di Venezia, che lavorava per una grande impresa di costruzioni.
Il 24 dicembre sono collocate sull’altare maggiore della chiesa di Santa Maria Maggiore di Giais di Aviano le statue dei santi Pietro e Paolo, commissionategli qualche tempo prima dal parroco don Lorenzo Tesolin.
Alla fine dell’anno si reca a Udine per consegnare personalmente a Carlo Someda de Marco, direttore del Museo Civico, un gesso raffigurante il ritratto del presunto Elio Cesare (copia dall’antico), che costituiva il primo dei tre saggi previsti dalla borsa Marangoni.
Mostre: “Mostra d’arte di pittura e scultura”, Pordenone, Palazzo delle Cassa di Risparmio (ex poste), aprile-maggio [con Franco Brunetta, Duilio Corompai].
1940
Dopo una breve sosta a Venezia, all’inizio di febbraio è nuovamente a Roma dove collabora con Mazzacurati al bozzetto per il monumento funebre di papa Pio XI in San Pietro e ai due bassorilievi con La fauna dell’Impero per la Mostra Triennale delle Terre d’Oltremare a Napoli, inaugurata il 9 maggio 1940.
Nello stesso mese completa il busto di monsignor Luigi Branchi che, rifiutato dai committenti perché ritenuto poco somigliante, è sostituito con un medaglione marmoreo che sarà posto in opera soltanto nell’ aprile 1942.
Il giorno prima dell’inaugurazione della mostra alla Barcaccia, visita la Galleria Nazionale d’Arte Moderna insieme con l’amico Fioravante Seibezzi. Il direttore, Roberto Papini, li intrattiene amabilmente e mostra loro gli ultimi acquisti. Nell’occasione incontra anche la giovane ispettrice Palma Bucarelli e si propone di farle il ritratto.
Oltre alle personalità intervenute all’inaugurazione (politici, artisti e scrittori, tra cui Massimo Bontempelli), la mostra alla Barcaccia gli offre l’opportunità di conoscere Diego Valeri, che la visita alla vigilia di Pasqua.
Il 23 maggio l’amico Vittore Querel, giornalista de “Il Lavoro Fascista” gli dedica l’articolo Ado Furlan, scultore, ripubblicato su “Il Meridiano di Roma” qualche mese dopo (18 agosto).
Contemporaneamente lavora a due bassorilievi destinati alla città di La Spezia, commissionati a Mazzacurati dall’architetto Armando Brasini, mentre alla fine di maggio è impegnato nell’esecuzione di pannelli decorativi per la Fiera di Padova (Padiglione dello Stato, Ministero delle Comunicazioni). Rientrato a Pordenone, il 20 giugno si sottopone a una visita medica presso il distretto militare di Sacile, avendo inoltrato domanda di richiamo volontario in servizio. Verso la fine del mese riparte per Roma, concedendosi una breve sosta a Venezia. La serata, tra scorsa in compagnia di Aldo Lorenzo Bergamini, Eugenio Da Venezia, Neno Mori, Fioravante Seibezzi ed Elio Zorzi, si conclude in casa di Benno Geiger, storico dell’ arte e fine letterato di origine austriaca.
Nei mesi seguenti, tramite l’amico ingegnere Luigi Bordiga, riesce a ottenere vari incarichi dall’impresa edile Innocenti-Pestalozza di Roma: progetta il portale del nuovo ospedale di Aosta, realizza una fontana in forma di camaleonte per il giardino di una villa, esegue vari bozzetti per fontane da collocare presso il commendator Innocenti a Frascati e – insieme con Bordiga – disegna l’arredamento degli appartamenti di Pestalozza e del figlio dell’impresario Castelli.
In luglio si trasferisce nello studio di Luigi Montanarini, assente in quel momento da Roma, e lo divide per qualche tempo con il padovano Carlo Solari. Pochi giorni dopo conosce Amerigo Bartoli, Gisberto Ceracchini, Gabriellino D’Annunzio, Mino Maccari, Francesco Trombadori e in seguito Virgilio Guzzi.
Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Angelo Savelli sono gli artisti con cui Furlan, a partire dal 1940, costruirà il rapporto di amicizia più stretto e duraturo. Negli ultimi mesi dell’anno è impegnato nell’esecuzione di un busto di Italo Balbo, abbattuto dalla contraerea italiana nel cielo di Tobruk il 28 giugno precedente. Nello stesso periodo lavora al secondo e terzo saggio della borsa Marangoni (figure in gesso, a grandezza naturale, dei figli Italo e Giannino dormienti).
Mostre: “Mostre personali Brunetta Furlan Giuliani Seibezzi Tramontin”, Roma, Galleria della Barcaccia, 16-28 marzo.
1941
Da gennaio ai primi di luglio soggiorna a Pordenone, dove il 23 marzo è inaugurata la Casa del Fascio. L’edificio, progettato da Pietro Zanini, era stato decorato da Furlan con una Vittoria collocata sopra l’ingresso del Sacrario dei martiri fascisti e due aquile poste sopra gli ingressi laterali. In seguito gli saranno commissionati anche i ritratti di Mussolini e del re.
Il 3 luglio “Il Popolo del Friuli” pubblica un suo articolo (I grandi maestri del Rinascimento. Il Pordenone in un ritratto del Giorgione) su Giovanni Antonio da Pordenone.
A Roma, tra agosto e ottobre, dopo varie visite allo studio, l’architetto Luigi Moretti sceglie due bozzetti di fontane, quella del Cinghiale e quella dei Lupi, destinate al Foro Mussolini.
In ottobre incomincia a insegnare al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele e il 27 novembre diventa assistente di Montanarini, titolare di Figura disegnata al Regio Liceo Artistico di Roma. Alla vigilia di Natale rientra a Pordenone dove si ferma per le festività.
1942
L’inizio dell’anno lo vede impegnato nelle prime lezioni all’Accademia. A Pasqua fa un breve ritorno a casa, dopo aver accompagnato a Genova l’amico Savelli, che doveva inaugurare una personale alla Galleria Genova, diretta da Stefano Cairola.
Partito nuovamente per Roma, a fine aprile ultima il progetto della tomba Tomadini per il cimitero di Pordenone (non realizzata). Il 15 maggio riceve una visita del concittadino Miro Cosarini, editore e tipografo. Qualche giorno dopo comunica alla moglie che il re aveva fatto acquisto del ritratto del figlio Giannino, presentato alla decima sindacale laziale con il titolo di Pescatorello.
Trascorre l’ultima settimana di luglio a Firenze, in compagnia dell’amico udinese Emilio Caucigh, dopo essersi recato a Carrara per controllare la traduzione in marmo del gruppo scultoreo del Cinghiale. Dalla seconda decade di agosto e per quasi tutto il mese di settembre è a Pordenone.
Rientrato nella capitale, all’inizio di ottobre visita in bicicletta Veio e Isola Farnese con Luigi Montanarini e l’artista padovano Ennio Tamiazzo. Il 16 dello stesso mese informa la moglie che il Cinghiale, giunto finalmente al Foro Mussolini, era stato scaricato vicino all’obelisco di Mussolini. Il modello in gesso della fontana dei Lupi (la cui esecuzione era stata sospesa a causa degli eventi bellici) e il bozzetto in plastilina di quella dell’Impero, destinata all’E42, sono andati perduti.
Richiamato alle armi, il18 dicembre è costretto a lasciare Roma. Dopo una brevissima sosta in famiglia, il 30 dicembre scrive alla moglie da Pieve di Cadore, dove il battaglione di cui fa parte è in attesa di conoscere la destinazione di guerra.
1943
Di stanza a Cagnes-sur-Mer, tra Nizza e Cannes (a nove chilometri da Antibes), il 20 luglio ottiene un mese di licenza per progettare un monumento ai caduti di Russia, Grecia e Albania della divisione Julia, presso cui è in forza (360 Battaglione) e si reca a Pordenone e Udine. Il 31 agosto è di nuovo sul fronte occidentale. Dopo 1’8 rientra fortunosamente a settembre Pordenone.
1946
Nasce la figlia Caterina.
1947
Il 18 luglio esegue la maschera funebre dello scultore Luigi De Paoli. Su suggerimento del pittore Anzil, prende contatto con Pier Paolo Pasolini, che avrebbe dovuto scrivere la presentazione per la mostra udinese di fine anno; tuttavia, per circostanze del tutto fortuite, l’occasione sfuma e Furlan è presentato da Salvatore Chiolo.
Nel medesimo anno, su sua iniziativa, nasce il circolo “Amici dell’Arte’: particolarmente attivo in campo musicale. Il sodalizio ha sede a Pordenone presso la Libreria Minerva in corso Vittorio Emanuele mentre i concerti si svolgono nel Teatro Verdi, nelle sale dei cinema Garibaldi, Roma, Cristallo, Astoria e nel Salone dei Concerti dell’Hotel Moderno. Risale a questo momento l’inizio della sua amicizia con il violinista veneziano Vittorio Fael, dal 1945 direttore artistico del circolo udinese ”Amici della Musica”: a lui si rivolge sia per consigli e collaborazioni di carattere artistico-organizzativo sia per consulenze su possibili acquisti, vendite e restauri di strumenti ad arco di cui è collezionista.
Mostre: “Mostra d’Arte in omaggio dello scultore Gigi De Paoli”, Pordenone, Sala superiore del Teatro Verdi, 1°-15 giugno; “Mostra Triveneta del Ritratto”, Udine, Loggia del Lionello, 27 settembre-12 ottobre; “Una mostra di Anzil e Furlan”, Udine, Palazzo del Comune, 29 novembre-15 dicembre.
1948
In aprile l’ingegnere Napoleone Aprilis, presidente del Consorzio Irriguo Cellina-Meduna, gli commissiona un bassorilievo sul tema della fatica agreste, che sarà posto in opera sulla facciata della sede pordenonese nel mese di dicembre.
In maggio il partito repubblicano gli richiede una targa commemorativa con medaglione di Franco Martelli che avrebbe dovuto essere collocata nella cappella ossario del cimitero di Pordenone.
Stringe amicizia con il sacerdote Paolo Lino Zovatto, allora insegnante presso il Collegio don Bosco e in seguito docente di Archeologia cristiana all’Università di Padova.
Il 24 dicembre muore il padre Domenico. La sua scomparsa lo costringerà ad assumere la guida del laboratorio di marmi e ad abbandonare l’idea di ritornare a Roma.
Mostre: “Mostra d’Arte Antica e Moderna’: Pordenone, Ridotto del Teatro Verdi, 10-20 giugno.
1949
Apertasi il 1 o dicembre 1948 con un recital del violinista olandese Hermann Krebbers, la stagione 1949 è certamente la più importante tra quelle organizzate dal circolo ”Amici dell’Arte”: sono previsti i concerti dei pianisti Luciano Sangiorgi, Lilian Carajan, Piero Guarino e Kocialskhy, del violoncellista Antonio Janigro, del violinista Angelo Stefanato, del quartetto d’archi Poltronieri.
L’attività del circolo e la passione per il collezionismo lo mettono in contatto con il collezionista e organologo Enzo Arassigh, la pianista Pia Tallon Baschiera, il direttore d’orchestra Cesare Bellini, i liutai Marsino Bran e Remo De Giorgio, il violinista Eligio Ciriani. Si consolida l’amicizia con il violinista Angelo Stefanato, conosciuto in occasione di un concerto nel 1946.
Mostre: “20 premio di Natale per gli artisti friulani”, Udine, Ristorante “Al Monte”, 23 dicembre-l0 gennaio 1950.
1950
Mostre: “Una mostra di scultura di Ado Furlan”, Udine, Palazzo Comunale, 22 dicembre-2 gennaio 1951.
1951
Entra a far parte del consiglio direttivo della Pro Pordenone, nata nel 1949 per iniziativa dell’ingegnere Mario Sist. Muore il fratello Luigi, di cui realizza la maschera funebre.
Mostre: “Una mostra dello scultore Furlan”, Venezia, Palazzo delle Procuratie Nuove, pian terreno, 27 gennaio-7 febbraio 1951; “Mostra del Circolo Artistico Friulano”, Klagenfurt, Kiinstlerhaus, 9-30 giugno; “Una mostra dello scultore Furlan”, Pordenone, Salone dei Concerti al “Moderno”, 6-21 ottobre [con il pittore Renzo Zanutto].
1952
Su incarico dall’amministrazione comunale, tra giugno e dicembre realizza due alto rilievi con il leone marciano, destinati al nuovo palazzo San Marco a Pordenone.
La Pro Pordenone gli affida la direzione del premio di pittura “Città di Pordenone”: nella prima edizione è – con Arturo Manzano, Giuseppe Pradella, Mario Mirabella Roberti, Mario Sist e Renzo Zanutto membro della giuria presieduta da Carlo Someda de Marco. La mostra, allestita presso l’Hotel Moderno, rimane aperta dal 23 agosto al 14 settembre. Il 28 agosto “Il Gazzettino” pubblica il suo articolo Gli artisti premiati alla Mostra di pittura in difesa della mostra e risponde alle critiche di Salvatore Chiolo (Opere buone e mediocri alla mostra di Pordenone, in “Messaggero Veneto”, 27 agosto 1952).
Furlan partecipa anche all’organizzazione della prima edizione del “Premio letterario nazionale Friuli- Venezia Giulia” da assegnare a una lirica inedi ta, promosso dalla Pro Pordenone. Ripetuto negli anni successivi e riservato alla prosa, il premio nel 1953 avrà una giuria di alto profilo – Umbro Apollonio, Elio Bartolini, Carlo Betocchi, Aldo Camerino, Giovanni Comisso e Diego Novelli – che premierà Ugo Renna, Oliviero Honoré Bianchi e Pier Paolo Pasolini.
Lo scrittore Aldo Camerino gli dedica un elzeviro nella terza pagina del “Gazzettino” (17 settembre).
Intorno al 1952-1953 acquista il castello di Polcenigo.
1953
Il 21 aprile partecipa al concerto di Alfred Cortot tenutosi a Udine nella Sala dell’ Ajace: la forte impressione riportata dall’ esecuzione del celebre pianista svizzero, tradotta anche in rapide annotazioni grafiche sul personale programma di sala, lo convince a farne un ritratto.
Su suo suggerimento, la Pro Pordenone organizza il premio artistico dedicato alla scultura e all’incisione – “Premio di Scultura e Incisione Città di Pordenone” – legato a tematiche sacre e patrocinato da Celso Costantini. Fa parte – con Umbro Apollonio, Giovanni Giuliani, Marcello Mascherini, Fioraventi Seibezzi e don Lino Zovatto – della Giuria presieduta da Someda de Marco. Partecipano alla mostra (23 agosto-7 settembre), allestita sempre al “Moderno” di Pordenone, anche i figli Giannino e Italo, che ottiene un premio di incoraggiamento con l’opera Deposizione. Risale a tale anno la costruzione del “fogher” nella casa di via Mazzini, abituale ritrovo di letterati e artisti, tra cui il giovanissimo Carlo Ciussi, che la frequenterà a lungo, insieme con il critico Giuseppe Marchiori e il pittore Giuseppe Santomaso.
1954
Porta a termine il busto del ciclista Ottavio Bottecchia, commissionatogli dall’omonima associazione pordenonese di ciclismo nel 1952. Negli ultimi giorni di marzo assiste alla posa in opera, ai piedi della scalinata di accesso al castello di Udine, del busto bronzeo del Pordenone, ultimato l’anno precedente.
Ancora una volta fa parte – con Umbro Apollonio, Virgilio Guidi Arturo Manzano, Marcello Mascherini, Fioravante Seibezzi – della giuria del “Premio di Pittura Città di Pordenone. Terza rassegna d’arte Triveneta”, che si svolge a Pordenone tra fine agosto e inizio settembre.
Il 4 novembre avrebbe dovuto essere inaugurato il monumento ai Caduti di tutte le guerre, commissionato gli dalla Sezione Combattenti di Pordenone: non si trattava di un monumento nuovo ma del completamento di quello ai caduti della grande guerra realizzato da Aurelio Mistruzzi nel 1929. L’intervento sul monumento di Mistruzzi non sarà tuttavia realizzato e il progetto iniziale si trasformerà dapprima in quello di un altare destinato alla chiesa di San Giovanni Bosco a Pordenone e poi in un bassorilievo con la Pietà nella chiesa della Santissima a Pordenone.
1955
Mostre: “I Mostra provinciale unione sindacale artisti italiani belle arti”, Udine, Palazzo del Comune, Sede del Circolo Artistico Friulano, febbraio;
“Mostra di bianco e nero e di scultura”, Udine, Palazzo del Comune, 22 dicembre-8 gennaio 1956.
1956
Tra il 29 gennaio e il 12 febbraio si svolge la quarta e ultima mostra, organizzata dalla Pro Pordenone. Muore la madre Caterina Pagotto (anche di lei fa il calco, da cui – per una sorta di rispetto – non trarrà mai il positivo).
Mostre: “Fioravante Seibezzi, pittore. Ado Furlan, scultore”, Milano, Galleria Barbaroux, 21 aprile-4 maggio.
1957
Incomincia in luglio, con una mostra dedicata a Mino Maccari, l’attività della Galleria d’Arte Il Camino, fondata da Ado Furlan e diretta dal figlio Italo. Ospitata in alcuni ambienti di casa Furlan, in via Mazzini, la Galleria rimarrà aperta fino al febbraio 1967.
1960
Realizza il busto del cardinale Celso Costantini per la comunità di Zoppola.
1964
1965
Si trasferisce con la famiglia in un’ala del castello di Spilimbergo, acquistata dal figlio Italo.
1967
Nel mese di febbraio la casa di via Mazzini è demolita per far posto a una palazzina realizzata su progetto di Giannino Furlan e intitolata a Stendhai, lo stesso nome cui era dedicata la galleria d’arte aperta a Milano dal figlio Italo.
1968
Esegue per la casa di riposo di Pordenone un medaglione in bronzo raffigurante il medico Luigi Andres. Nel novembre del 1968 torna finalmente a Roma, insieme con la moglie Ester e la figlia Caterina. Vi soggiorna per oltre un mese, riprendendo i contatti con i vecchi amici, tra cui Pericle Fazzini, Luigi Montanarini e Silvio Olivo.
Mostre: “Ado Furlan. Sculture”, Spilimbergo, scuole medie, agosto 1968, [con presentazione di Pericle Fazzini].
1969
Dopo il successo della mostra di Spilimbergo, trasforma in studio un vasto ambiente del castello e riprende a lavorare con entusiasmo. Nell’autunno visita Londra con la moglie.
Mostre: “Dieci sculture di Ado Furlan”, Milano, Galleria Stendhal, marzo; “Premio città di Tarcento. Arte veneta contemporanea. Settima edizione 1969′: Tarcento, scuole elementari, 24 dicembre-6 gennaio 1970.
1970
Si reca con la moglie a Firenze. Attraverso lo scrittore Amedeo Giacomini, conosce il poeta Ezra Pound e, affascinato dalla personalità dell’artista, con cui si sentiva in ideale sintonia, decide di fargli il ritratto.
Mostre: “Seconda Triennale della Medaglia d’Arte”, Udine, Loggia del Lionello, l0 ottobre – 30 novembr
1971
In previsione di una mostra a New York, imposta una decina di nudi femminili. Due mesi dopo la morte, avvenuta a Udine il 14 giugno, ltalo Zannier fotografa il suo studio con le opere rimaste incompiute.
Bibliografia: È morto lo scultore Ado Furlan, in “Messaggero Veneto”, 15 giugno 1971, p. 5; G.C. Testa, La morte dello scultore, in “Il Gazzettino”, 16 giugno 1971, p. 5; Folla ai funerali dello scultore Furlan, “Messaggero Veneto”, 17 giugno 1971, p. 5; Celebrati i funerali di Aldo Furlan, in “Il Gazzettino”, 18 giugno 1971, p. 4; L’improvvisa morte di Ado Furlan, in “Il Popolo di Pordenone”, 20 giugno 1971, p. 8; D. Menichini, Ado Furlan: cinquant’anni di presenza a fian¬co dei maggiori artisti italiani, in “Messaggero del Lunedì”, 21 giugno 1971, p. 3; A. Giacomini, Ricordo di Ado Furlan, in “Il Gazzettino”, 13 luglio 1971, p. 5; A. Manzano, Ricordo di Ado Furlan, in “Il Piccolo”, 14 luglio 1971, p. 3; A. Giavito, Ricordo di Ado Furlan, in “La più bela fameja”, 15 settembre 1971, p. 8.
1972
Il 25 aprile gli è assegnato, alla memoria, il “Premio San Marco”, istituito dalla Pro Pordenone, con la seguente motivazione a firma del presidente Alvaro Cardin: “Non si può ricordare senza commozione la figura massiccia, la chioma fluente e leonina, lo sguardo dritto negli occhi di Ado Furlan; e le sue sculture, soprattutto quelle più intime e raccolte: la moglie, il figlio Italo figure modellate con una delicatezza nativa, con lirico abbandono, che a stento puoi attribuire alla sua mano forte, al gesto vigoroso, alla sua vitalità prorompente e sanguigna. Ma non vogliamo ricordare qui]’ artista, quanto la sua figura di uomo, la sua presenza fisica tra noi, che stranamente non appare velata dal tempo e dallo spettro della morte. Ai tanti che lo hanno conosciuto per i motivi più diversi – affinità di interessi o semplici incontri d’occasione – Ado Furlan ha offerto la propria schiettezza, la propria lealtà, che erano a binario unico, cioè senza doppiezze, senza sospetti; la propria onestà. È questo ricordo che ce lo restituisce in tutta la sua dimensione di uomo e di artista (ma c’è mai stata disarmonia tra i due?)”.
Bibliografia: Consegna dei premi San Marco a undici benemeriti cittadini, in “Messaggero Veneto”, 25 aprile 1972, p. 4; Oggi il “San Marco” a Il benemeriti, in “Il Gazzettino”, 25 aprile 1972, p. 4; Undici benemeriti della città premiati con il San Marco d’oro, in “Messaggero Veneto”, 26 aprile 1972, p. 4.